Oh mio Me!
Gridò scombussolato Dio
qual è quel testo che mi fa tiranno e
mi fa rabbioso con me stesso in quanto
io sono tutto e tutti e mi suicido così per farmi pasqua
di bomba in bomba
di tomba in tomba. Oh my man! Tu pure figlio
che ti ho fatto da me multicolore e non monocolo
e pianti chiodi a croci e corpi _li feci come gli alberi_
nascevano dalle mie radici
alcuni sono me che mi uccido
il cervello ch’è il massimo _oh mio Me!_
di un delitto perfetto
connaturato nella miavostra sostanza pretestuosa
in circonvoluzioni geroflifiche
l’oscura stravaganza d’essere parte e tutto
l‘infinito e il confine
il questuante dei miei stessi diritti _obblighi sacrosanti_
e le mancanze di separazione
i miei dinieghi all’essere dopo averlo permesso
invoco me, nell’insostanza
sapendomi mortale in tutti voi perché
non posso stare solo in questa moltitudine immortale
caini e abeli in un perpetuo scontro.
Provo a morire in ogni scannamento _perciò vi lascio fare_
perciò mi lascio fare
ma sappiate sappiamo
che se uccidete un uomo state uccidendo Me.
Se non risorgo non l’abbiate a male:
stiamo morendo tutti
di un amore terribile e fatale.
E già, se fosse davvero simile a noi, avrebbe di che vergognarsi…
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Un testo che fa male, che deve far male, per costringerci a pensare, ad analizzare questo presente terribile e assurdo. Versi addolorati, attoniti, scaturiti dall’osservazione di avvenimenti così tragici da levarci la parola.
Ciao, Cristina.
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ciao, Piera,
viviamo momenti così terribili che c’è da chiedersi come possono, gli esseri umani, credere in un dio simile a loro.
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