Volevo scrivere qualcosa di felice
che non avesse il timbro
del verso arrotondato o della fuga
divino Bach concertatore d’aria
nel cavo delle morbide coperte
lontani da battaglie ed invasioni
a leggere poemi. Quando fuori
tritano vite e amori le ferraglie
E come giungeremo fino a sera
nella smemoria in atto
per riscaldarci impropri?
Ci vestiamo di morte
la mangiamo
ce ne copriamo a suon di musica
non può valere molto la poesia
o il fregiare di metope
o il danzare
o qualunque altra forma che c’innalzi
se non sappiamo amare altro respiro
se non sappiamo smettere
d’essere predatori.
2011
Interrogarsi è più importante che trovare le risposte. Continuiamo forti e fragili, combattiamo i venti opposti; siano poco e tutto ..
Narda
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sì, come il viaggio è più importante della meta…
e procediamo controvento
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“…se non sappiamo smettere
d’essere predatori.”
Un tema sul quale mi dibatto da tempo, senza conclusioni certe.
Perché poi, all’analisi dei fatti, mi spuntano fuori domande scomode da ogni lato.
Ad esempio: ” Se il barbaro cannibale che ci ha preceduto nella scala evolutiva (ammesso che ci siamo dal barbaro evoluti), non avesse usato le pelli degli orsi (a caso) per coprirsi, sarebbe sopravissuto a inverni senza termosifoni?”.
Non lo saprò mai, ovviamente.
E se proprio da quel sopravvissuto discendessimo proprio noi, io e te?
Per me, nessuna perdita per l’umanità.
Ma come fare a meno dei poeti?
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ho le tue stesse perplessità.
discendiamo da chi aveva bisogno di cacciare e uccidere per sfamarsi e riscaldarsi; ma abbiamo inventato forme terribili di torture e uccisioni e forse siamo più barbari dei nostri predecessori.
tuttavia siamo anche capaci di amare, sorreggere, confortare…
e sì, abbiamo la poesia.
e quindi: chi siamo?…
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“nella smemoria in atto”. Molto interessante.
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grazie
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