In sovraesposizione

 

che c’era troppa luce
_abbagli sempre all’ordine del giorno_
non si guarisce dalle proprie ombre
con fari spazza nebbia
come non ci si salva dai malanni
pigiando una tastiera
dandosi al bricolage
o alla corsa nei sacchi

tutti che siamo foglie
in un autunno già virante al grigio
ricordiamo le mani e i lumi verdi
le immagini bizzarre d’un riquadro
ch’era la nostra casa
ci accadeva di vivere di voci
che parevano amore __sia ben chiaro_
in due lingue diverse
accomunate nell’inconsistenza
d’una scrittura semplice

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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