Archivi tag: autunno

Argine

  è una parola lineare scritta dove si sta da vecchi un segno tra il possibile e il reale __i malanni distolgono__ aghi d’assaggio come aperitivi pettinavo le tempie con le mani trattenevo la vita nei capelli non compitavo l’esistenza … Continua a leggere

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La banalità del bene (ovvero fronzoli e fiorami)

coccoderie di cieli sempre azzurri primaverie di prati verdi galline becchettare a verso sciolto polente e madrigali intanto che sull’aia cala la sera (sempre cala) così come una perenne fonte che disseta nel gelido sussurro di dolore fantasmi del passato … Continua a leggere

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Piani e sfere

ci sono punti che restano sospesi se le domande restano irrisolte se la lingua lambisce un suono d’acqua che scivola sul vetro del mio autunno se la bellezza affiora dagli specchi _ed io non credo agli occhi_ distolgo il viso … Continua a leggere

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In sovraesposizione

  che c’era troppa luce _abbagli sempre all’ordine del giorno_ non si guarisce dalle proprie ombre con fari spazza nebbia come non ci si salva dai malanni pigiando una tastiera dandosi al bricolage o alla corsa nei sacchi tutti che … Continua a leggere

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CALENDARIO

Si adattano amori consumati in fretta agli interstizi verdi sussurri di parietaria né mare, né sabbia, onda di segatura, passeri sul rigo del telegrafo in fa diesis ribollire di sangue le tronche parole di miele calendario dei giorni che non … Continua a leggere

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Tempi di esposizione

Fu soltanto un istante la sua solitudine dai tempi sbagliati l’evasione sbiadita, i giochi d’ombra. E vedevo la ruga approfondirgli la fronte inerme, senza più corazze. Un ragazzo lontano gli tremava negli occhi. Aggrappato alle mani si sporgeva dal petto … Continua a leggere

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Desistenze

Ha il corpo, ma è come non l’avesse quando si porge d’infinite cose dice: Ti sono per amarti il pensiero perché non posso trattenere il fiume perché non voglio oppormi alle sue rapide e tuttavia ne ignoro le ragioni però … Continua a leggere

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Come gardenia

                          Cinque petali d’avanzo sul bavero dell’abito da notte essenza rara (qui riporto un nome) l’uomo scopriva il viso dito a dito nello scandire dei pensieri al centro pareva fosse il gran segreto. Invece morivano i minuti senza una vera … Continua a leggere

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La cavalcata e il suono

Fremeva il verde e lo stormire alto _cavalli passavano al galoppo_ prima che si spandesse sulle querce uno sbuffo d’autunno già nell’aria. Cadevano in ginocchio i segmenti del sedano selvatico forse la cavità delle giunture recava ancora l’eco degli zoccoli. … Continua a leggere

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