sta scomparendo
a cominciare dagli occhi
il vecchio che biascica parole maligne
come se fosse un altro a parlargli tra i denti
i pochi rimasti
pesca spezzoni di ricordi
nel turbinio d’immagini
fotogrammi di un film che ha preso luce
qua e là
piccole zone morte da cui fuggo
intermittenze mute
vorrei saper sorridere
a chi vive davvero
ai figli costruttori di bellezza
ai loro fiori
vorrei farmi leggera
essere sprazzi d’una gibigiana
che appare illuminando per un attimo
gli spazi di ringhiera
cristina bove 
Mio padre era tutta un’altra cosa…
oh, sono stata sbloccata oggi.
Mi hanno fatto un regalo?
Dovrò ringraziare qualcuno?
Mai fosse che faccio figuracce.
❤
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madri, padri, mariti, ecc… incapaci di attingere alle luci della mente.
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Non scompare
solo le si aggroviglia di nuovo la bocca dello stomaco
a biascicarle cattiverie insensate è sempre sua madre
e _ da chi ti ha messa al mondo _ non puoi divorziare
presto si salverà per qualche istante _ nel nulla viola _
quasi le spiace duri poco
vorrebbe trovare il modo di sorridere
almeno a sua figlia _ a lei sì _
e piange d’un pianto beffardo
muto ma ininterrotto
si chiede che ne è stato della sua esistenza
giusto la collezione d’asteroidi color porpora
e _ alla fine della fiera _ gli alligatori valgono
quasi fossero pure loro una cosa a dirsi bella
non tutti arrivano a domarli _ è presto detto _
non tutti muoiono da morti _ è il dato di fatto _
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Mi si stringe il cuore, Cristina cara.
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cara Zena, vivere con chi è già spento è di una tristezza indicibile.
faccio fatica a farmene una ragione.
un bacio
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