Da chissà quale distanza

da un verso che si avvinghia sulla carta
parole come artigli
irrompono in risvolti metafisici
_servissero ad un’aquilapoesia!_
e le tragedie
i lutti
il farsi vecchi
lo stare tra la fossa ed il veglione
col solito ottimista che proclama
“andrà tutto benone”
è la classica trappola per tropi

nessuna lingua è adatta a designare
un’anima irrequieta
e ciò che viene scritto è un tranquillante
per vincere il disordine mentale
un espediente per non farci voltare:
facciamo ombre che non ci somigliano
mostri di carta straccia che c’inglobano
sversati sulle pagine
ridotti in coccisillabe

Informazioni su cristina bove

sono grata alla vita d'avermi lasciato il sorriso
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