Un fiore nelle bocche
girasoli su incrociatori e missili
sordine di papaveri ai rimbombi
e sulle vie
tornare a fare festa
chiacchiere nei mercati
chitarre e fisarmoniche sui prati
l’inverno degli dei
è la sola stagione dei tiranni
l’inferno degli dei
che salva regge e folli governanti
e lastrica vittorie
col sangue delle vittime innocenti
ed io che scrivo
lontana da quel gelo distruttore
so di quanto sia orpello la parola
e di nessuna utilità l’esiguo pianto
ma l’utopia è una macina di pietra
mi stana responsabile
in fuga da pensieri devastanti
perduta nell’oblio d’ogni mio fiato