da quando il primo uomo
sorpreso dal pensiero
fantasticò di sogni e mondi alterni
alla ferocia subentrò l’incanto
al primordiale istinto il sentimento
così che tutti conoscemmo
d’essere più di ciò che percepiamo
un corpo in sospensione
testa nell’aria e piedi sulla terra
tra il cielo che ci ammalia
e il suolo che ci esilia
imparammo il progetto e l’impostura
a camuffare istinti naturali
con tutti gli artifici del romantico
inzuccherando pillole
per ogni amore amaro
e c’inventammo artefici
dal fischiettare femori al comporre
dall’afrore ai profumi più soavi
dalla terra battuta al materasso
dal fuoco nella selva al microonde
dal bofonchiare alla definizione
eppure siamo sempre quel che siamo
la terra avrà la nostra polvere
il cielo i nostri sogni ed il respiro
ma l’essere sospeso tra i due estremi
non radicato e non sublimizzato
estraneo a entrambi
è ancora imperscrutabile mistero