fin dal primo vagito
afferro il mondo con i sensi
_principalmente gli occhi_
quale rapace animula vagante
che abbranca, una rapina dopo l’altra
immagini, respiri, amori, morte
la bellezza crudele
la bruttezza salvifica
ho preso agli altri
vicissitudini e pensieri
ho fatto mio quanto di più ineffabile
mi giungesse da loro
se pure ho dato
è nulla confrontato a ciò che ho preso
il mio destino intanto si fa chiaro:
merito molto più del paradiso
_castigo di melassa insostenibile_
perciò sarei propensa a un riciclaggio
o una coatta imposizione a rendere
quanto sottratto e ricettato a vita
scomponendomi in sillabe di luce