
estranea alle mie braccia
suddivisa
una che sembra tante e in sogno
tra gli scaffali d’un supermercato
incontra la regina d’Inghilterra che
furtivamente mangia un pomodoro
e si confida: sono senza una casa
risponde una di me sofisticata: maestà
l’hanno defenestrata?
Giunge un commesso dalla faccia equina
reca un vassoio di chiavi
ci mostra un falansterio in costruzione
lillipuziani omini nel diorama
a un tratto
sbuffando e sferragliando
passa un convoglio e striscia le vetrine
il capotreno è stanco e sogna il mare
senza binari né stazioni: un cielo
caduto tra le case
gente che vive a vela
sospinta da un respiro di bambino
_un attimo e si è vecchi_
inclusi tutti
adiacenti a colori
prigionieri in un cubo di Rubik











Geniale: una tra le mille che sembra sofisticata, adeguandosi alla regina, ma che sappiamo essere vera e diretta. Tanto reale quanto il tempo che passa rapido e non perdona. Ognuno ha il suo colore, ognuno è legato all’altro – come il meccanismo del cubo di Rubik – ma qualcuno sogna il mare (io l’ho anche battezzato signor Mare, dandogli un’identità) ed è vero: il tempo d’un respiro che, se si è fortunati, da bambini si diventa vecchi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Avevo fatto davvero quel sogno. Poi è venuta fuori questa specie di poesia. Ricordo di essermi divertita a scriverla.
Grazie, Paola, della tua interessante lettura.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Deliziosa tesoro questa regina defenestrata che ama i pomodori come me.
Ecco spiegato questo senso claustrofobico temporale. A volte nemmeno colorato come il cubo.
Ti voglio bene.
Sgnapis
"Mi piace"Piace a 1 persona
quanto mi sei mancata, amica mia carissima!
spero di leggerti ancora, desidero ritrovare il tuo scrivere della vita e di chi l’ha attraversata, lucido e lieve, sempre amorevolmente attento.
ti voglio bene anch’io, tanto.
cri
"Mi piace""Mi piace"