Il balcone fiorito è una menzogna quotidiana
serve a coprire il niente di una botola
senza la scala d’obbligo o l‘uscita
di sicurezza
il davanzale è un trampolino verso
l‘aria che tira
oltre c’è il buio _l’assenza d’ogni consapevolezza_
ecco il perché di carnevali e feste del patrono
servisse eliminare quelli secchi
per rischiarare il vaso di pandora
falcidiarne petali
e fare posto a concretezze di terra
_sarei l’uomo-che-ride: rasoiata alla bocca_
giullare fatto apposta
diabolico e divino
nell’ignoranza di se stesso
anche la strada che fa notte presto
senza salvacondotti, o meglio, senza
dati anagrafici
uomo che sa l’inanità del nome e che
s’annaffia ogni mattina _il vizio e l’abitudine_
per non svestirsi delle foglie
pur sapendole gracili e caduche
se non sono tempeste a denudare
questo momento non finisce mai
: l’eternità della sapienza è inganno
la derisione dei giardini
l’eden di colpe mai testimoniate, e io
non ho più voglia di sapere chi
sono o non sono
_uomo-che-piange di risata inferta_
nel silenzio di dio
… giullare fatto apposta
diabolico e divino
nell’ignoranza di se stesso …
Sottolineammo la forza di questi versi, non primi e non ultimi, su parole molto belle.
Cordialità
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grazie
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