Passavo tra le mani
_sembravano magnolie_
il bianco era il confine tra le dita
il corpo rintanato in fondo agli occhi
mi registrava ch’ero già finita
mentre parevo appena cominciata
e m’intrattenni per amore, solo
per diventare una carezza e un bacio
sulla fronte dei figli e sulla bocca
del’irreale che vestiva un uomo
la strada andava ed era in viaggio il suolo:
correva sotto il premere dei passi
_a volte mi mostrava denti aguzzi_
ingranaggi serpenti
capelli di medusa nello specchio
ed io guardai
la pietra guadagnava vie traverse
cementava il mio sangue
nella laringe il suono della voce
ebbe l’ultimo accordo
la mia canzone già precipitava
-hai visto- disse il monte dalla vetta
-hai visto come cade giù la sera?-
Ma distolsi lo sguardo
misi il pensiero in stallo
vidi me stessa uscire dalla roccia
e fui soltanto un ruscellare d’acqua
La chiusa è di cristallina bellezza. Una musica che sfuma nell’aria.
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grazie, Aitan! 🙂
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